Ogni mattina a Hyeres, una meta ambita da amanti della vela e kitesurf della bellissima Cote d’Azur, al porto turistico, rientra dopo una notte in alto mare, una piccola flotta di pescherecci. Appena arrivano in porto i pescatori scaricano le cassette già preparate piene del miglior pescato per i grossisti che li aspettano al porto con i loro furgoncini. Poi è il turno dei ristoratori locali, che scelgono tra il pesce rimasto i migliori esemplari per i loro clienti. Infine è il turno di autoctoni e turisti fuori stagione. In poco tempo il pescato viene venduto e ai pescatori non rimane che pulire e preparare le reti per la notte successiva. Poi a casa, a riposare per il successivo giorno di duro lavoro.
Veronica si racconta.
Veronica Yoko Plebani, classe 1996.
Veronica si racconta
(Veronica Yoko Plebani)
3 motivi per non partecipare ai concorsi
Da quando ho iniziato a fotografare non ho mai partecipato ad un solo concorso fotografico. I concorsi fotografici sono lontani dalla mia idea di fotografia che è un linguaggio attraverso cui voglio dire la mia. La fotografia non è come il salto in lungo, non è uno sport. Qualcuno dice sia un’arte, potrebbe essere una mania; per me è uno stile di vita. Non è di certo uno sport. Mi è stato chiesto di partecipare ad un concorso fotografico e quando ho risposto “anche no“, chi me lo ha chiesto mi ha guardato strabuzzando gli occhi chiedendomi, come se avessi detto che per hobby strappo i peli dai glutei dei gorilla, “perchéèèè?”. Per lui e per tutti quelli che hanno voglia di leggermi elenco di seguito solo 3 dei tanti motivi per i quali ho detto di no e probabilmente continuerò a dire di no ai concorsi fotografici.
- Come ho già detto trovo assurdo pensare ad una gara per vincere la quale devi fare un fotografia. Se fai i 100 metri e li fai in un tempo migliore degli altri e non ti sei fatto di coca, significa che sei il migliore e hai vinto. Quali sono i parametri oggettivi per valutare se la mia foto è migliore della tua?
- Quasi sempre i concorsi parlano di una fotografia. Faccio un po’ fatica a immaginare il mio lavoro, la mia “attitudine fotografica” rappresentati da una sola fotografia. In genere racconto esperienze personali, situazioni, curiosità e, a parte forse i ritratti, non credo che una sola fotografia racconti di me e della mia fotografia più di un SMS (per citare qualcosa di assolutamente sterile ed impersonale)
- Poi c’è la questione dei diritti. Per quale motivo per partecipare ad un concorso io devo cedere tutti i diritti, a 360° , a chi organizza il concorso. Se hai bisogno di immagini, commissionale ad un fotografo professionista e pagalo. Perché un concorso fotografico? Per avere un database di immagini da cui attingere gratis? Addirittura in un concorso si chiedeva ai partecipanti la cessione dei diritti, non solo all’organizzazione, ma anche a tutti gli sponsor e anche per iniziative commerciali. In cambio di una fotocamera digitale? State scherzando vero? Certo non sono Bresson, ma mi spieghi per quale motivo dovrei cederti tutti i diritti gratis? A te e addirittura ai tuoi sponsor? Cambia pusher e … pedala !
Questi sono i primi tre che mi sono venuti in mente.