Giochi estivi … (per fotografi)

D’estate, in vacanza, al mare; mi trovo spesso nella condizione mentale ideale per giocare, per divertirmi, per sperimentare cose nuove o ripercorrere vecchi percorsi che da tempo giacciono  in qualche cassetto del  cervello ed è bello riesumarli. Mi sono divertito  giocando con flash, movimento e tempi un po’ più lunghi del normale ..

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Ho messo a fuoco da lontano, mi sono avvicinato e mentre mi allontanavo velocemente ho scattato la foto con il flash della compatta con l’opzione Slow Sync attiva.
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Ho messo a fuoco da vicino, mi sono allontanato e ho scattato la foto mentre mi riavvicinavo velocemente, sempre con il flash in Slow Sync
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Dopo aver messo a fuoco ho scattato con il flash in Slow Sync ruotando la fotocamera sull’asse dell’ottica

Si esagera con i controluce sempre sfruttando il flash della piccola compatta.

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E infine si gioca con le doppie esposizioni, che tanti anni fa erano richiestissime dagli sposi. All’inizio si facevano in camera oscura; si componevano i famosi sandwich sovrapponendo due negativi e poi via in camera oscura con qualche accorgimento in mascheratura per ottimizzare la qualità finale della stampa. Poi con l’esperienza si faceva tutto direttamente in ripresa ricaricando la reflex tenendo premuto un pulsantino che sganciava dal meccanismo di ricarica il tamburo di riavvolgimento della pellicola. Oggi la maggior parte delle fotocamere digitali hanno la funzione MultiExpos che permette di fare la stessa cosa.

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Per chi non l’avesse capito siamo stati in Grecia.
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Stessa foto rifatta con un punto di vista diverso sia per la bandiera che per il soggetto
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Il bagnasciuga prima e il ritratto poi
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Madre e figlia hanno lo stesso profilo
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Prima il cielo blu con qualche nuvola e poi il ritratto
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Fino a spingersi al limite …

L’estate continua e anche la voglia di divertirsi, di sperimentare, di giocare.

Per chi fosse interessato anche alla fotocamera, queste foto sono state realizzate con Fujifilm XQ1, la mia minchietta da taschino. La XQ1 è una compatta di fascia alta, con un’ottica particolarmente luminosa e di elevata qualità (F1,8). Mi trovo molto bene, soprattutto per la sua dimensione e peso ridotti pur essendo di ottima qualità. Ha diverse funzioni interessanti tra cui la “simulazione pellicola” che predisposta i settaggi in modo che le foto assumano un aspetto del tutto simile alle famose pellicole Fuji. Io adoro la Velvia.

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IPERFOCALE. E’ un super potere?

L’altra sera, durante la serata di approfondimento in cui si parlava di fotografia, ho parlato di iperfocale e ho visto aleggiare enormi punti interrogativi come nei fumetti. Ho provato a spiegare meglio quello di cui stavo parlando e ho promesso che avrei scritto qualcosa di più completo. Ogni promessa è un debito.

IPERFOCALE in parole semplici.

l concetto di iperfocale si rifà alla profondità di campo. La profondità di campo è quello spazio entro il quale l’immagine rimane a fuoco, nella parte davanti e nella parte dietro al soggetto.

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 Per meglio spiegare, se il mio soggetto è posto a 3 metri di distanza e lo metto a fuoco,  ci sarà uno spazio davanti al soggetto e uno spazio dietro al soggetto che rimangono a  fuoco.

 Quanto ampio sia questo spazio, chiamato profondità di campo, a parità di lunghezza  focale, dipende in modo inversamente proporzionale dall’apertura del diaframma. Più  il diaframma è aperto, minore è la profondità di campo.

Ma veniamo all’IPERFOCALE.

La misura della profondità di campo è chiamata distanza iperfocale. Quando un soggetto si muove all’interno della distanza iperfocale sarà sempre a fuoco. L’iperfocale si usa spesso quando si ha la necessità di essere più veloci dell’autofocus, quindi nelle situazioni di street, di eventi e ogni volta che non si ha il tempo di eseguire una messa a fuoco accurata.

Ma come funziona ?

Vediamo di capirlo attraverso un esempio. Parliamo per capire meglio di fotografia di strada. Nella fotografia di strada il soggetto di solito è ad una distanza che pùo variare tra 1 e 3 metri. Normalmente nella fotografia di strada si tende ad utilizzare un diaframma piuttosto chiuso, proprio per aumentare in modo ragionevole la profondità di campo e meglio contestualizzare il soggetto. Abitualmente uso un diaframma F 5,6  o 8 preferendo aumentare gli ISO piuttosto che aprire il diaframma. Con quell’apertura e con il 17mm e impostando la messa a fuoco manualmente a 3 metri, so che ho una profondità di campo sufficiente a mantenere a fuoco da circa un metro a oltre 6 metri. Quindi si può dire che l’iperfocale è l’utilizzo di una messa a fuoco manuale tale da poter garantire il massimo range di messa a fuoco rispetto al mio soggetto “abituale”. Con questo sistema non ho bisogno di mettere a fuoco prima di scattare la fotografia se il soggetto si muove nel mio range di fuoco. Risparmio tempo, energia e sono sicuro di non incorrere in “sviste” del sistema autofocus.

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