Pepi Merisio OGGI

Pepi Merisio (fotografo)
©andrea::tognoli

Da ragazzini, a scuola, durante l’intervallo, giocando con i compagni di classe, si fingeva sempre di essere qualcuno. Ognuno di noi aveva i suoi eroi: qualcuno di noi si immaginava, sorvolando la città, vedere attraverso i muri, con una tutina blu con la esse di Superman sul petto; qualcun altro si sentiva forte come Hulk, l’uomo verde bruttino con una forza disumana. Ma l’eroe che andava per la maggiore era l’Uomo Ragno. L’Uomo Ragno era davvero il più gettonato. Si arrampicava sui grattaceli, catturava i cattivi con le sue ragnatele, era veloce come una mosca e li fregava sempre tutti. L’Uomo Ragno era il numero uno.

In quel periodo a casa mia c’erano sempre in bella mostra dei libri del Touring Club e spesso mi ritrovavo a sfogliarli soffermandomi in particolare sulle fotografie, che fin da allora attiravano la mia attenzione e la mia curiosità. Chissà dove erano state scattate, chissà che bello andare in tutti quei posti a fare fotografie. Il fotografo… io da grande volevo fare il fotografo.

La piccola compatta che mi regalarono per la prima comunione era sempre a portata di mano con un rullino da 24 pose pronto per essere impresso da ogni cosa che attirasse la mia attenzione. Un giorno guardavo una fotografia, e la didascalia riportava il nome del fotografo: Pepi Merisio. Mio papà mi disse che Pepi Merisio era un fotografo di Bergamo e che era nato qui vicino, a Caravaggio. Da quel momento Pepi Merisio diventò il mio chiodo fisso, il mio eroe. Io, da grande, volevo essere come Pepi Merisio; altro che l’uomo ragno!

A distanza di più di quarant’anni, oggi, 28 Ottobre 2017, io ho fotografato il mio eroe di bambino.

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