Il primo viaggio in bici, non importa quanto sia lungo o avventuroso, è un viaggio incredibile. Se il primo viaggio in bici è un viaggio in solitaria lo è ancora di più. Sei solo tu e la tua bici carica ad affrontare la strada, a gestire la tua fatica, a parlare con te stesso, con il tuo corpo e la tua mente.
Il primo viaggio in bici è quello che da inizio a un cambiamento che continua a camminare dentro anche dopo.
Il primo viaggio in bici è come il primo amore. C’è ne saranno di migliori, certamente, ma il primo amore non si scorda mai.
Da ormai due anni circa mi diverto scorrazzando in bicicletta. È iniziato tutto cercando un mezzo di trasporto per viaggiare lungo il fiume Serio e raccontare, fotografandola, la gente che lo vive, che lo ama, che non perde l’occasione per passare del tempo accanto al letto in cui scorre pigra l’acqua che scende dalla Val Seriana fino ad immettersi nell’Adda. Poi ci ho preso gusto, persino trascurando quella che fino ad allora era stata la mia via di fuga, il mio training autogeno, la mia porta di accesso ad un’altra dimensione, il mio stile di vita; la fotografia.
La bicicletta è un concentrato della vita. La spensieratezza, la fatica e la sofferenza della salita, la felicità che ti regala arrivare in cima e l’adrenalina della discesa a cannone. La stanchezza, la fame, la sete, la pioggia, il sole, il freddo, il caldo, la nebbia. In bicicletta sei connesso con te stesso e con quello che ti circonda, a volte solo, a volte con gli amici, a volte allegro e spensierato a volte cupo e pensieroso. In tutto ciò si azzera ogni complicazione inutile. Ciò che conta è rimanere in movimento, respirare, mangiare, bere e sorridere; tutto il resto è inutile. Sei concentrato su quello che stai facendo, nessuna distrazione può distoglierti dal pedalare e al contempo niente di ciò che ti circonda è mai stato così presente e vivo. Il profuno delle foglie bagnate sotto le ruote, il rumore del battistrada sulla ghiaia, il leggero slittamento della ruota quando attraversi un tratto fangoso, il sapore salato del tuo sudore che con le prime gocce di pioggia perde la sua intensità mentre dall’asfalto sale l’inconfondibile profumo degli acquazzoni estivi. In bicicletta ti accorgi quando la temperatura escende di un paio di gradi, quando il vento aumenta di due chilometri orari, quando la pendenza aumenta o diminiusce dell’un percento. In bicicletta chi viaggia con te non è solo tuo amico, ma diventa la tua famiglia, diventa tuo cugino. In bicicletta sudi volentieri, perchè se sudi vuol dire che stai “menando” e se stai “menando” vuol dire che stai bene e ti stai divertendo. La birra è più buona dopo una lunga pedalata. In bicicletta anche l’acqua è più buona.
In bicicletta quello che non ti serve lo abbandoni, perchè pesa e il peso è un impiccio in bicicletta. Poi ti accorgi che è così anche nella vita e cominci a viaggiare più leggero. La bicicletta è unperfetto mezzo meccanico che devi inparare a tenere efficiente, devi tenerla pulita la tua bicicletta e lubrificata. Così impari a fare lo stesso anche con il tuo corpo, cominci a prendertene cura più consapevolmente e pian piano cominci a stare meglio.
La bicicletta è una medicina.
Peccato non aver scoperto la bicicletta tanto tempo fa, ma, qualcuno ha detto … : ” Il momento migliore per piantare un al’bero era vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso”.